Commento
VII MEETING NAZIONALE AIDC
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Aidc a Convegno. Dalla sopravvivenza alla strategia, il commercialista come Incaricato di Pubblico Servizio

di Andrea Ferrari | 16 Novembre 2018
Aidc a Convegno. Dalla sopravvivenza alla strategia, il commercialista come Incaricato di Pubblico Servizio

Tra concorrenza selvaggia, attività non protette e un sistema sempre più inutilmente complicato da adempimenti superflui, per i Commercialisti si rende necessario mettere in piedi una precisa strategia volta a restituire un ruolo centrale alla professione. Un ruolo che non vede più il professionista lottare contro le diverse contingenze, bensì mirare alla definizione normativa del Dottore Commercialista come Incaricato di Pubblico Servizio, formale e sostanziale elemento di congiunzione e collegamento tra il cittadino e la Pubblica amministrazione.
È questo il tema centrale attorno al quale si svilupperà il VII Meeting Nazionale AIDC dedicato a Strategie di cambiamento. La nuova sfida dei Dottori Commercialisti”, in programma oggi a Bologna, presentato ai lettori di MySolution dall’editoriale a cura del presidente AIDC, Andrea Ferrari.

Chi cavalca la protesta ha sempre un cavallo fresco. In particolare, se si tratta di dottori commercialisti, in questi tempi.

L’introduzione della fattura elettronica manu militari con le conseguenti ovvie perplessità sulla tenuta della macchina informatica dell’erario all’indomani del 1° gennaio 2019.

Un caotico sistema di deleghe, troppe, sovrapposto con le mille altre che dobbiamo richiedere ai nostri clienti per svolgere il nostro lavoro (“ma perché non una sola delega?”, ci siamo già chiesti).

La selvaggia concorrenza che proviene minacciosa da ogni lato: software house, banche, Amazon, nuovi interpreti dei mali degli imprenditori. Chi offre di pagare la metà delle imposte, chi la metà delle parcelle. L’unica costante è fare a meno del tuo vecchio commercialista.

Una Legge di Bilancio, e collegati fiscali vari, che è tutt’altro che di cambiamento. Si torna a parlare di condono (vera mortificazione del nostro impegno quotidiano di educazione tributaria), di rottamazione, di regimi sostitutivi più o meno agevolati. Nel solito caos, nel solito inseguirsi di bozze immediatamente smentite e testi di legge definitivi ma introvabili, di interpretazioni ministeriali pindariche, di istruzioni che anziché chiarire introducono nuove ed immotivate complicazioni.

La tentazione in cui si cade è quella di gettarsi nella trincea, moschetto spianato ed elmetto in testa, a tirare contro chiunque si muova: escapologi, interpreti ministeriali, altri professionisti e qualche collega.

Oppure arrendersi: arrendersi alla digitalizzazione trasformando il proprio studio nella sala operativa di Houston, ed adottando la via digitale come salvacondotto per la sopravvivenza.

In realtà in entrambi in casi si sta reagendo ad una contingenza, esercizio che la nostra categoria si è abituata a svolgere da sempre, visto che da sempre siamo sottoposti al fuoco di fila di nuove e complicate scadenze e da sempre ci confrontiamo con il mercato, unica professione ordinistica priva di esclusive.

Nella costruzione del VII Meeting, l’AIDC si è posta l’obiettivo di uscire dalla trappola: di costruire cioè un percorso che superasse le contingenze, che non fosse la mera risposta al disagio quotidiano ma che potesse rappresentare un segnale ed un obiettivo di lungo periodo. Passando, insomma, dalla tattica alla strategia.

Abbiamo per questo coinvolto figure al di fuori della categoria, perché abbiamo ritenuto necessario un contributo esterno ed una visione esterna alla figura del Dottore Commercialista.

In primo luogo 4 grandi imprenditori e manager, poi giuristi, politici e tecnici con i quali cercheremo di definire la strategia per la professione.

Gian Maria Mossa, Amministratore di Banca Generali e miglior CEO dell’anno 2017; Massimo Caputi, Presidente di Feidos ed uno dei massimi esperti di investimenti immobiliari; Luisa Todini, imprenditrice, manager, donna di rara determinazione; Tiziana Primori, AD di FICO Eataly ed esempio di managerialità di successo.

Seguiranno Claudio Borghi Aqulini, presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, notissimo economista della Lega; Luca Rizzo Nervo, deputato del PD con forte radicazione nel territorio bolognese; Giacinto della Cananea, docente di diritto amministrativo che somma in sè la competenza accademica con la sensibilità politica, essendo stato chiamato, all’indomani dell’esito elettorale, a formulare una proposta di contratto di governo; Fabio Giulio Grandis, docente universitario e grande esperto di ordini professionali, anche lui chiamato nello staff di saggi per la formulazione della proposta contratto di governo.

La difficoltà dell’obiettivo che ci siamo posti non è tanto nel delineare un possibile futuro: sta nel distinguere tra futuro della professione e futuro del singolo professionista.

La risposta da dare al singolo è relativamente semplice ed oggetto di numerosissimi incontri, tutti autorevoli, nella categoria: specializzazione ed aggregazione sono con certezza le due chiavi del successo.

Al nostro Meeting a tal proposito avremo le testimonianze di due colleghi di assoluta eccellenza: Paolo Ludovici, un raro (speriamo sempre meno) esempio di somma eccellenza e successo nella specializzazione; Mauro Zanin, cofondatore dello studio Stern Zanin che in pochi anni è passato da 10 professionisti ad oltre 100 con un esemplare modello di aggregazione.

Più complesso, invece, è quale risposta dare alla complessità della categoria, cioè quale quadro normativo, istituzionale e relazionale nell’ambito delle istituzioni immaginare per i Dottori Commercialisti nel loro insieme, al di là del singolo.

A riguardo l'AIDC ha già anticipato un suo pensiero: la definizione normativa del Dottore Commercialista come Incaricato di Pubblico Servizio e cioè di formale e sostanziale elemento di congiunzione e collegamento tra il cittadino e la Pubblica amministrazione che può certamente essere il fulcro per lo sviluppo e la rinnovata attrattività della nostra professione.

Un fulcro al quale poi va necessariamente applicata una leva, e questa leva non può che essere una dirigenza di categoria determinata e fortemente concentrata sul suo ruolo, e questo è ovvio, ma anche scevra da interessi contingenti, finalità trasversali, metodi opachi e soprattutto in grado di costruire con il Governo e la Pubblica Amministrazione un rapporto che abbia al centro gli interessi della collettività e la figura del Dottore Commercialista.

Ma a tal proposito ascolteremo le proposte che perverranno dagli ospiti, traendo le conclusioni in una tavola rotonda di stretta politica di categoria dove parteciperanno, oltre al sottoscritto, il Presidente UNGDCEC Daniele Virgillito, il Presidente della cassa di previdenza ed assistenza dei dottori commercialisti Walter Anedda, il Consigliere del CNDCEC Alessandro Solidoro.