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FINE RAPPORTO DI LAVORO

Reintegrato e risarcito il licenziato per mafia

di Dario Ferrara | 21 Febbraio 2024
Reintegrato e risarcito il licenziato per mafia

Reintegrato e risarcito il lavoratore licenziato per mafia. La condanna per «416 bis», pur infamante, risale a prima che fosse instaurato il rapporto e non incide sull'esecuzione del contratto né mette in pericolo lo svolgimento futuro. È escluso che il datore possa estromettere un dipendente soltanto perché pregiudicato, senza verificare l'eventuale compromissione dei successivi adempimenti: equivale a «impedire il reinserimento del condannato che invece il nostro Stato propugna in base all'articolo 27 della Costituzione». Così la Corte di cassazione civile, sez. lavoro, nell'ordinanza n. 4458 del 20/02/2024.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
Lavoratore licenziato per mafia reintegrato e risarcito. La condanna pregressa non incide sul contratto e non minaccia il futuro. La Corte di cassazione civile conferma la reintegrazione.