Rassegna di Giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE

Rassegna di Giurisprudenza 3 gennaio 2025, n. 579

di Benedetta Cargnel | 3 Gennaio 2025
Rassegna di Giurisprudenza 3 gennaio 2025, n. 579

Il Fatto

Una lavoratrice impugnava il licenziamento intimato per cessazione dell'attività aziendale, nonostante ella si trovasse in condizione di gravidanza.

Il Tribunale e la Corte d’Appello rigettavano la domanda e il lavoratore ricorreva per cassazione.

Il Diritto

La corte ricorda che, per il legittimo licenziamento della lavatrice madre, occorre  che esista la cessazione dell'attività dell'azienda cui la lavoratrice è addetta e detto requisito - benché sia da intendere nel senso che occorra la cessazione dell'intera attività aziendale - va riferito alla conclusione concreta dell'attività operativa aziendale, non già all'estinzione dell'impresa o della società che si consegue in effetti solo con la successiva cancellazione dal registro delle imprese.

Poiché i giudici si sono attenuti a tale principio, la corte rigetta il ricorso.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
Una lavoratrice incinta impugna il licenziamento dovuto alla chiusura dell'azienda. La corte rigetta il ricorso, sostenendo che la cessazione deve riguardare l'attività operativa aziendale.