Il Fatto
Alcuni lavoratori adivano il Tribunale per ottenere un diverso inquadramento contrattuale.
La Corte d’Appello, in riforma delle sentenza di primo grado, rigettava la domanda e i lavoratori ricorrevano per cassazione.
Il Diritto
La corte ricorda che l’accertamento del diritto all’inquadramento superiore avviene seguendo un procedimento logico-giuridico articolato in tre fasi successive: occorre accertare in fatto le attività concretamente svolte dal lavoratore, individuare poi la qualifica rivendicata e le mansioni alla stessa riconducibili secondo la disciplina dettata dalla contrattazione collettiva ed infine verificare che le prime corrispondano a queste ultime; in particolare, si è precisato che, ai fini della determinazione dell’inquadramento spettante al lavoratore alla stregua delle qualifiche previste dalla disciplina collettiva di diritto comune, al giudice del merito spetta dapprima identificare le qualifiche o categorie, interpretando le disposizioni collettive secondo i criteri di cui agli artt. 1362 ss. c.c.; deve poi accertare le mansioni di fatto esercitate e deve infine confrontare le categorie o qualifiche così identificate con le mansioni svolte in concreto.
Poiché i giudici di merito si sono attenuti a detto principio, la corte rigetta il ricorso.
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