Rassegna di Giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE

Rassegna di Giurisprudenza 19 luglio 2024, n. 557

di Benedetta Cargnel | 19 Luglio 2024
Rassegna di Giurisprudenza 19 luglio 2024, n. 557

Il Fatto

Un lavoratore del pubblico impego  adiva il Tribunale per ottenere la declaratoria di nullità e/o inefficacia della “presa d’atto della nullità del contratto di lavoro” per mancato rispetto delle necessarie procedure selettive pubbliche e comunque del licenziamento.

La Corte d’Appello, in parziale riforma della sentenza di primo grado, accoglieva la domanda e il datore di lavoro ricorreva per cassazione.

Il Diritto

La corte osserva che la nuova disciplina del reclutamento del personale per le società c.d. in house è entrata in vigore solo al sessantesimo giorno successivo all’entrata in vigore della legge di conversione del D.L. n. 112/2008. Peraltro si trattava di una disposizione non coerente con la natura privatistica della società (per quanto in house) e quindi con la natura prettamente privatistica dei rapporti di lavoro subordinato con i propri dipendenti. Quindi era evidente la necessità – avvertita dal legislatore – di lasciare un congruo spatium temporis a quelle società per adeguare i propri sistemi di assunzione alla nuova norma imperativa, densa di conseguenze invalidanti sui contratti di lavoro subordinato

La corte pertanto rigetta il ricorso.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
Un lavoratore vince la causa contro il datore di lavoro per mancato rispetto delle procedure selettive pubbliche. La Corte d'Appello conferma la decisione.