Rassegna di Giurisprudenza
CORTE DI CASSAZIONE

Rassegna di Giurisprudenza 29 marzo 2024, n. 541

di Benedetta Cargnel | 29 Marzo 2024
Rassegna di Giurisprudenza 29 marzo 2024, n. 541

Il Fatto

Un lavoratore adiva il Tribunale per ottenere il pagamento dell’indennità di preavviso non versata dal datore di lavoro che aveva rinunciato al periodo di preavviso del lavoratore medesimo dimissionario.

Il Tribunale e la Corte d’Appello accoglievano la domanda e il datore di lavoro ricorreva per cassazione.

Il Diritto

La corte osserva che l'istituto del recesso - disciplinato dall'art. 2118 c.c. - adempie a una funzione destinata a variare in funzione della considerazione della parte non recedente; in caso di licenziamento si ritiene che il preavviso abbia la funzione di garantire al lavoratore la continuità della percezione della retribuzione in un certo lasso di tempo al fine di consentirgli il reperimento di una nuova occupazione; in caso di dimissioni del lavoratore il preavviso ha la finalità di assicurare al datore di lavoro il tempo necessario ad operare la sostituzione del lavoratore recedente. Nel caso in cui una delle parti eserciti la facoltà di recedere con effetto immediato, il rapporto si risolve altrettanto immediatamente, con l'unico obbligo della parte recedente di corrispondere l'indennità sostitutiva e senza che da tale momento possano avere influenza eventuali avvenimenti sopravvenuti, a meno che la parte recedente, nell'esercizio di un suo diritto potestativo, acconsenta, avendone interesse, alla continuazione del rapporto lavorativo, protraendone l'efficacia sino al termine del periodo di preavviso.

Ne consegue che la parte non recedente che rinuncia al preavviso nulla deve all’altra parte, la quale non può vantare alcun diritto alla prosecuzione del rapporto di lavoro fino a termine del preavviso; alcun interesse giuridicamente qualificato è, infatti, configurabile in favore della parte recedente.

Poiché i giudici di merito non si sono attenuti a tale principio, la corte accoglie il ricorso.

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Sintesi elaborata da MySolution IA:
Lavoratore chiede indennità di preavviso non pagata, datore ricorre in cassazione. Corte accoglie ricorso, osservando che rinuncia al preavviso annulla diritto alla prosecuzione del rapporto.