Il Regolamento UE 2016/679 – meglio conosciuto come GDPR – è ormai argomento all’ordine del giorno per tutti i professionisti e non solo per quelli che si occupano in prima persona di privacy. Infatti, le numerose e incisive modifiche all’attuale disciplina comportano una serie di dubbi difficili da dirimere senza un preliminare esame della nuova materia. A complicare ulteriormente il quadro è però intervenuto molto di recente il D.Lgs. n. 101 del 10 agosto 2018, pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 4 settembre 2018 e in vigore dal 19 settembre 2018, il quale va a rendere il D.Lgs. n. 196/2003 perfettamente in linea con il Regolamento Europeo, apportando numerose modifiche.
Un tema inscindibilmente legato a quello della privacy è certamente quello del diritto del lavoro, più nello specifico il collegamento con lo Statuto dei Lavoratori e con l’art. 4 in particolar modo, riguardante il tema dei controlli a distanza. Si ritiene infatti che – essendo chiaro ed esplicito il reciproco raccordo tra le disposizioni sulla privacy e quelle dello Statuto dei Lavoratori – sia necessario un approfondimento sul tema in modo da comprendere se e come tali modifiche cambieranno il modo di approcciarsi ai controlli a distanza e alla videosorveglianza sul luogo di lavoro.
Analizziamo così come cambieranno dette norme con la definitiva entrata in vigore della nuova normativa.
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