Il presente contributo affronta l’annosa questione attinente alla possibilità di estendere opere, servizi e beni di welfare aziendale agli amministratori di società. Dopo una definizione operativa di welfare e dei suoi requisiti essenziali (funzione sociale, generalità/categoria, strumenti di erogazione), il focus si concentra sul trattamento fiscale in capo agli amministratori, alla luce della prassi più autorevole dell’Agenzia delle Entrate e della documentazione allegata: dalle aperture dell’Interpello DR Lombardia n. 954-1417/2016, ai paletti della Risposta n. 10/2019 (sul caso dell’amministratore unico), fino ai chiarimenti sistematici della Risoluzione n. 55/E/2020 e alle posizioni della stessa amministrazione finanziaria che con la Risposta del 13 dicembre 2019, n. 522 si dice contraria al riconoscimento di benefit agli amministratori senza compensi.
Si vuole anche provare a proporre, senza presunzione di esaustività, una bozza di regolamento-tipo per l’inclusione del CdA in un piano di welfare, con clausole “anti-elusive”, requisiti di categoria omogenea, divieti di monetizzazione e gestione tramite documenti di legittimazione.