In merito ad un ente non commerciale e nello specifico ad un’associazione non riconosciuta, qual è il soggetto su cui effettuare il controllo antiriciclaggio? È corretto fare i controlli su tutti gli amministratori, posto che in alcuni casi il consiglio direttivo può essere composto da oltre 10 soggetti?
Considerando che nelle piccole associazioni le dimissioni e i relativi reintegri sono all’ordine del giorno e che comunque i consigli direttivi durano in carica non più di 3/5 anni (anche per garantire la democraticità all’interno della struttura), è plausibile e giustificabile la mole di lavoro che si crea per l’obbligo antiriciclaggio in capo ai nostri studi nei confronti di questi soggetti che già nei loro intenti nascono come enti senza fine di lucro, spesso con pochissime risorse finanziarie? Non vi è una sproporzione fra la norma e il soggetto su cui si deve applicare?
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