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Regime forfettario si cambia, calcolo sul volume d’affari

4 Gennaio 2024
Regime forfettario si cambia, calcolo sul volume d’affari

Sono allo studio del Governo modifiche alla normativa in materia di flat tax e contribuenti forfettari, volte a superare le incompatibilità con le norme UE. In particolare, l'esecutivo ha deciso di intervenire sul regime di favore per le piccole partite IVA onde evitare di ricevere contestazioni in relazione alla direttiva comunitaria n. 285/2020  sugli esoneri IVA per le piccole imprese con misure che, allo stesso tempo, permettono di fissare un ulteriore presidio antielusivo contro l’aggiramento dei vincoli.

Il problema risiede principalmente nel disallineamento tra:

  • disciplina italiana, che fissa le franchigie di accesso e permanenza al regime forfettario (c.d. “flat tax”) con riferimento ai ricavi o compensi, quindi sull’incassato, alla luce del principio di cassa;
  • e direttiva Ue che, al contrario, parla di volume d’affari annuo come riferimento per permettere alle piccole attività (in base alle franchigie decise e applicate dai singoli stati membri) di non applicare l’IVA.

Per superare tale discrepanza si dovrebbe prevedere quindi che il calcolo degli 85.000 euro, attuale valore limite, sia effettuato sul fatturato annuo del contribuente e non sui ricavi o compensi percepiti. In questo modo sarà possibile evitare differimenti “speculativi” dei pagamenti relativi a fatture già emesse.

La modifica in arrivo coinciderà con un’altra grande novità normativa per i contribuenti forfettari: l’obbligo generalizzato di fattura elettronica. A partire dal 1° gennaio 2024, infatti, anche tutti i contribuenti minimi (art. 27, commi 1 e 2 , D.L. n. 98/2011) e forfetari (art. 1, commi da 54 a 89, Legge n. 190/2014) dovranno emettere fatture elettroniche.

I contribuenti dovranno quindi organizzarsi acquistando un gestionale oppure appoggiandosi ai servizi gratuiti messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, accedendo alla propria area riservata, sezione “Fatture e corrispettivi” e quindi “Fatture elettroniche e conservazione”. Da qui si può selezionare il tipo di fattura scegliendo tra: ordinaria, semplificata, PA, poi è possibile generarla, trasmetterla allo SdI e, quindi, conservarla.

 

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