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Secondo acconto 2023: rateazione o ravvedimento?

25 Ottobre 2023
Secondo acconto 2023: rateazione o ravvedimento?

La prossima scadenza del 30 novembre 2023 per il versamento del secondo o unico acconto dovuto per l’anno 2023, impone alcune valutazioni di convenienza per i contribuenti che si trovano con difficoltà finanziarie. Come di consueto, in questi casi, è utile valutare la possibilità di rivedere al ribasso l’ammontare dovuto, in ottica previsionale. In aggiunta, si profilano quest’anno due strade: quella consueta del ravvedimento operoso, a cui si affianca la nuova soluzione prevista con il D.L. n. 145 del 18 ottobre 2023, , che, limitatamente ad alcuni contribuenti, introduce per il 2023 la possibilità di posticipare o frazionare il versamento dovuto.

Laddove il contribuente rientri nel perimetro delineato dall’ , lo stesso potrà posticipare al 16 gennaio 2024 o in 5 rate mensili di pari importo, a decorrere dal mese di gennaio, aventi scadenza il giorno 16 di ciascun mese. Va precisato che sulle rate successive alla prima sono dovuti gli interessi del 4% (, D.Lgs. 9 luglio 1997, n. 241).

Ma la nuova chance di rateazione è effettivamente più conveniente rispetto al ravvedimento operoso?

In linea generale sembra potersi affermare di sì. Se è vero, infatti, che l’attuale tasso di interesse legale (pari al 5% dal 1° gennaio 2023) è poco più alto di quello applicabile per dilazionare il secondo acconto (4%), ragion per cui la differenza in termini di “costo” per gli interessi non è poi così evidente; è altrettanto vero che la rateazione prevista dal D.L. collegato al D.d.L. di bilancio fa risparmiare del tutto le sanzioni.

La nuova rateazione prevista dal decreto Anticipi evita, infatti, il pagamento:

  • della sanzione “iper” ridotta all’1,67%, con la riduzione a 1/9 per versamenti tardivi entro i 90 giorni;
  • delle sanzioni ridotte che in ogni caso andrebbero dal 3% al 3,75% per il versamento delle rate dalla seconda alla quinta.

 

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