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Fattura elettronica, ricorso d’urgenza dell’ANC per il differimento dell’obbligo. AIDC invece si dissocia

17 Dicembre 2018
Fattura elettronica, ricorso d’urgenza dell’ANC per il differimento dell’obbligo. AIDC invece si dissocia

L’Associazione Nazionale Commercialisti, attraverso un comunicato stampa diffuso venerdì 14 dicembre, rende noto di aver depositato un ricorso d'urgenza presso il Tribunale di Roma contro l’Agenzia delle Entrate al fine di ottenere un differimento circa l’entrata in vigore della fattura elettronica, prevista per il prossimo 1° gennaio 2019, motivato dai “gravissimi pregiudizi sulla privacy degli utenti e sulla sicurezza del sistema economico del Paese”.

L’ANC agisce davanti al Tribunale in quanto ritiene che non ci sia più tempo per rivolgersi alla politica. Il presidente Marco Cuchel indica come questa “misura estrema” si sia resa necessaria “alla fine di un estenuante percorso fatto di segnalazioni, istanze, richieste di incontro a tutte le istituzioni e le autorità coinvolte. Nel ricorso sono state denunciate le lesioni del diritto fondamentale alla protezione dei dati personali di cui all’art. 2 della Costituzione e all’art. 8, § 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e all’art. 16, § 1 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, in relazione al Regolamento europeo 2016/679 ”.

La denuncia dell’ANC prosegue nel segno della già numerose segnalazioni fatte in passato le quali hanno portato anche al provvedimento 15 novembre 2018, n. 481 , del Garante della privacy nei confronti dell’Agenzia delle Entrate in merito proprio all’utilizzo dei dati sensibili nel sistema fattura elettronica.

A riguardo si ricorda che si è espresso il sottosegretario del Mef Alessio Villarosa durante un question time alla Camera, garantendo la sicurezza degli archivi informatici dell’Agenzia delle Entrate, comprensivi di “un sistema di profilazione, identificazione, autenticazione dei soggetti abilitati alla consultazione, di tracciatura degli accessi effettuati con indicazione dei tempi e della tipologia delle operazioni svolte, nonché di conservazione di copie di sicurezza”.

Inoltre, sempre nel corso dello stesso question time alla Camera, è stato precisato che “tutte le modalità disponibili per la ricezione e per il successivo inoltro delle fatture elettroniche e delle relative ricevute rispettano i più aggiornati protocolli di sicurezza, in termini di autenticazione del trasmittente, riservatezza e disponibilità”.

Per quanto concerne invece i casi che esulano dal coinvolgimento dell’Agenzia, nello specifico "i rischi connessi al coinvolgimento di alcuni fornitori di sistemi contabili e gestionali in uso presso gli studi professionali nella predisposizione dei software di compilazione delle fatture medesime", il Mef ricorda comunque che tale rapporto è regolato "da contratti di natura privatistica (stipulati tra il soggetto prestatore del servizio di fatturazione e il suo cliente)" e che quindi fa riferimento "alla normativa generale in materia di protezione dei dati personali”.

Secondo l'ANC il sottosegretario Villarosa "non ha dato una risposta minimamente soddisfacente".

Infine, si legge nel comunicato come siano stati respinti gli emendamenti al decreto fiscale, finalizzati a cambiare la normativa della fattura elettronica, sulla base di mere esigenze di cassa, stando alle dichiarazioni del Ministro Tria e del Vicepresidente del Consiglio Salvini.

Per il presidente Cuchel, quindi, non rimane che "affidarsi alla Giustizia, affinché siano ripristinate le regole che il diritto impone”.

In merito interviene anche l'AIDC, precisando che il comunicato stampa dell'ANC non è rappresentativo "dell’intero panorama degli iscritti all’albo dei Dottori Commercialisti e non rappresenta il pensiero dell'intera categoria".

In questo caso l'Associazione Italiana Dottori Commercialisti si dissocia, nonostante vengano condivisi "i timori di estreme complessità che nuovamente vedranno la categoria impegnata in un forzoso ruolo di interprete tra contribuente e Stato".

L'AIDC infatti "non ritiene che tardive istanze, di differimento o proroga, comunque motivate, siano di giovamento ad alcuno".