I revisori non lasciano, anzi raddoppiano. Si salvano dal commissariamento del Mef che avrebbe dovuto assicurare la presenza di un proprio rappresentante nei collegi di revisione delle società destinatarie di contributi significativi a carico dello Stato. E in più acquistano ulteriori responsabilità perché saranno proprio i commercialisti a dover verificare che nelle società, negli enti, negli organismi e nelle fondazioni che ricevono contributi, l'utilizzo dei fondi pubblici sia avvenuto nel rispetto delle finalità per cui sono stati concessi.
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