Le spese di manutenzione ordinaria riguardano manutenzioni che l’azienda effettua sui propri beni per preservarne l’efficienza, assicurando la vita utile prevista, la capacità e la produttività originarie. I costi sostenuti per questa tipologia sono imputati direttamente a conto economico nell’esercizio in cui sono sostenuti. Le manutenzioni ordinarie possono, altresì, essere pianificate in funzione dei programmi di utilizzazione delle immobilizzazioni, in questo caso il costo di tali interventi è relativo a più esercizi e si manifesta finanziariamente secondo scadenze pluriennali e, secondo quanto disposto dall’OIC 31, è necessario iscrivere nel passivo dello stato patrimoniale un fondo manutenzione ciclica.
Le spese di manutenzione straordinaria riguardano interventi effettuati per ampliare, ammodernare o sostituire un bene, determinando un aumento significativo e misurabile di capacità, di produttività o di sicurezza del cespite, ovvero, ne prolungano la vita utile. Tali spese rientrano tra i costi capitalizzabili nei limiti del valore recuperabile del bene. Fiscalmente le spese relative ad interventi di manutenzione, riparazione, ammodernamento, che non risultino imputate ad incremento del costo dei beni ai quali si riferiscono, sono deducibili nel limite del 5% del costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili, così come risulta dal registro dei cespiti a inizio anno. L’eccedenza scaturente tra l’importo della spesa sostenuta e il limite stabilito potrà essere dedotta, in quote costanti, nei cinque periodi d’imposta successivi, mediante variazioni in diminuzione dal reddito imponibile.
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