Rassegna di giurisprudenza 25 ottobre 2024, n. 724

Si discute circa la natura di attività commerciale o meno delle cessioni di beni ai soci e dell'erogazione di servizi che costituivano finalità istituzionale dell'ente.
Nella vicenda in esame, si è affermato che l'attività di acquisizione di beni strumentali era stata effettuata direttamente dai soci, tanto è vero che erano stati gli associati ad avere pagato interamente il prezzo di detti beni al fornitore e che, dunque, il socio non aveva pagato alcun corrispettivo all'Associazione, né per l'utilizzo del bene, né per il suo successivo acquisto, con la conseguenza che le fatture emesse dall'associazione al socio costituivano un espediente contabile per giustificare formalmente il passaggio inizialmente del possesso e poi della proprietà del bene in favore dell'iscritto.
In tema di enti di tipo associativo, l'agevolazione prevista dell'art. 148 del TUIR spetta a condizione che l'associazione dimostri di avere svolto attività non commerciale, in diretta attuazione degli scopi istituzionali, nei confronti di iscritti e associati (Cass. 18 febbraio 2021, n. 4331; Cass. 15 gennaio 2018, n. 796) e, a tale fine, non è sufficiente allegare lo statuto dell'ente (Cass. 9 maggio 2018, n. 11048).
Nella specie, a fronte dell'accertamento secondo cui l'attività di acquisto di mezzi e attrezzature agricole, pure descritta alle lett. c) e d) dell'art. 3 dello Statuto, non poteva considerarsi attività commerciale, con la conseguente eliminazione dal bilancio commerciale delle voci relative ai beni strumentali e delle relative quote di ammortamento e il recupero dell'IVA indebitamente detratta sugli acquisti effettuati dai soci, i giudici hanno ritenuto che l'Associazione, che si era limitata a richiamare l'art. 3 dello Statuto e a produrre il decreto della Regione che comprendeva la stessa nell'elenco dei beneficiari del POR, non avesse fornito alcuna prova della strumentalità di detti acquisti rispetto ai fini istituzionali dell'Associazione.