Rassegna di giurisprudenza 30 agosto 2024, n. 716

L’Agenzia ritiene riconducibile al contratto di commissione, cioè a un mandato con oggetto la vendita di beni per conto del committente e in nome del commissionario, con i relativi effetti IVA, il caso di scelta di merce presso negozi e successive inserzioni e cessioni tramite negozio internet, con provvigione del 15%.
Per l'applicazione dell'IVA prevista nell'art. 2, secondo comma, n. 3), del D.P.R. n. 633/1972, il passaggio dei beni dal committente al commissionario non è escluso dalla circostanza che quest'ultimo proceda alla rivendita dei beni su un sito di vendita on-line, negoziando in proprio la cessione e il prezzo dei beni.
Ex art. 1731 c.c., il contratto di commissione prevede che la vendita sia eseguita in nome del commissionario e per conto del committente. La circostanza che il soggetto operasse direttamente - peraltro a nome di una diversa società - sul portale eBay non è dirimente per potere escludere la presenza di un contratto di commissione rilevante, ai sensi e per gli effetti dell'art. 2, secondo comma, n. 3), del D.P.R. n. 633/1972.
La diretta operatività sul portale eBay non giustifica neppure l'applicazione dell'art. 22 del D.P.R. n. 633/1972, ove non si sia verificato se i beni fossero stati acquistati prima dell'inserimento della loro rappresentazione fotografica sul portale eBay o dopo.
La previsione contenuta nell'art. 22 cit. - che esclude l'emissione della fattura per le operazioni di vendita al dettaglio (se non richiesta dal cliente non oltre il momento dell'effettuazione dell'operazione) - ha la propria ratio nella circostanza che la clientela retail è solitamente composta da consumatori e non da soggetti rientranti nell'ambito di applicazione dell'art. 17 del D.P.R. n. 633/1972. In altre parole, l'emissione dello scontrino fiscale è collegata al fatto che l'acquirente non sia un soggetto passivo IVA.