Premessa
La pandemia da Covid-19, oltre ad impattare in modo devastante sull’economia e, più in generale, sulla vita dei cittadini, passerà alla storia anche per l’approccio alquanto confuso adottato nel contrastare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria, che rapidamente ha generato ad una vera e propria giungla normativa.
Le prime conseguenze di tale confusione iniziano ora a farsi sentire, a partire dagli avvisi bonari che in questi giorni sono stati recapitati ai contribuenti che non hanno versato nei termini l’imposta sul valore aggiunto.
Talora si è trattato di versamenti tardivi non giustificabili, più spesso di rinvii legittimamente adottati in forza di quanto disposto dai vari decreti emergenziali; in quest’ultimo caso, tuttavia, se non è stata correttamente compilata la dichiarazione IVA 2021, la motivazione che legittimava il rinvio non è nota all’Amministrazione finanziaria, facendo così scattare il controllo automatizzato per tardivo versamento.
Pandemia e versamenti IVA, il rigo VA16 del modello IVA 2021
Al fine di rappresentare le motivazioni che hanno legittimamente consentito ai contribuenti di posticipare il versamento dell’IVA nel corso dell’anno 2020, il modello IVA 2021 ha visto l’introduzione del rigo VA16, nel quale, mediante l’utilizzo di specifiche codifiche, era necessario dare evidenza dell’ammontare dell’IVA versata oltre i termini ordinari e della base giuridica che consentiva di differire il versamento.
Le disposizioni normative, come si è detto, sono state numerose, tanto che la “Tabella versamenti sospesi Covid-19” presente nelle Istruzioni di compilazione del modello IVA presenta una lunga enumerazione di codici, con i relativi estremi di norma, che in questa sede è superfluo richiamare.
Il punto da porre in evidenza è che, laddove il versamento sia stato rinviato in forza di norme emergenziali, nel rigo VA16 era necessario evidenziare la “motivazione”, richiamando appunto uno dei codici presenti nella già menzionata Tabella, e specificare l’ammontare dell’imposta oggetto di versamento posticipato.
Il rigo VA16 prevedeva numerosi campi, in ragione del fatto che a guidare la possibilità di “ritardare” il pagamento dell’IVA non è stata una sola disposizione normativa, bensì più norme, sulla base di determinato calo di fatturato/corrispettivi, o in ragione dell’esercizio di determinate attività, o ancora tenuto conto delle “aree” rossa, arancione o bianca, nel tempo introdotte per distinguere il grado di diffusione dei contagi, cui corrispondevano maggiori o minori restrizioni.
A complicare ulteriormente il quadro, per le diverse norme emergenziali sono stati previsti anche termini di ripresa dei versamenti differenziati:

Cosa fare se si è ricevuto l’avviso bonario
Alla ricezione dell’avviso bonario la prima cosa da verificare è, ovviamente, se il rigo VA16 sia stato correttamente compilato o meno.
Se non è stata fornita alcuna indicazione, nonostante il contribuente avesse titolo a rinviare il versamento, occorre effettuare una valutazione di opportunità: laddove la somma richiesta a titolo di sanzione sia di valore minimo, infatti, potrebbe essere più conveniente versare la sanzione stessa, piuttosto che presentare una dichiarazione integrativa IVA, sanzionata nella misura di 250 euro, liquidata direttamente dall’Ufficio e non ravvedibile, in quanto il contribuente, avendo ricevuto avviso bonario, non può più ricorrere al ravvedimento operoso (ma può sempre presentare dichiarazione integrativa).
Laddove, invece, la sanzione risulti di ammontare rilevante, la via da seguire è sicuramente quella della dichiarazione integrativa, da trasmettersi poi a mezzo CIVIS al fine di evidenziare la correttezza del comportamento tenuto quanto ai termini di versamento.
Al momento della stesura del presente contributo non abbiamo contezza della ricezione di avvisi bonari nella casistica qui illustrata nel caso in cui il rigo VA16 sia stato correttamente compilato; tuttavia, se ciò dovesse accadere, si potrebbe far valere le proprie ragioni a mezzo CIVIS.
Prima di procedere in tal senso, però, è bene verificare la legittimità della motivazione addotta; ad esempio, se è stato indicato il codice 8, che doveva essere utilizzato per indicare la sospensione dei termini di versamento IVA scadenti nel mese di maggio in forza delle disposizioni di cui all’art. 18, commi 1, 3 e 6, del D.L. n. 23/2020, la condizione da rispettarsi era quella della diminuzione del fatturato nel mese di aprile 2020 rispetto al mese di aprile 2019, diminuzione prevista in percentuali diverse a seconda dell’ammontare dei ricavi o compensi conseguiti nel 2019. Ebbene, in questo caso esemplificativo, occorre verificare se tale codice è stato utilizzato correttamente, ovvero se effettivamente le condizioni richieste erano rispettate.
In conclusione, al fine di gestire gli avvisi bonari relativi al tardivo versamento IVA in epoca pandemica, occorre:
- verificare se il contribuente aveva effettivamente titolo al rinvio, e in forza di quale norma;
- verificare se tale norma è stata correttamente rappresentata nella compilazione del rigo VA16;
- laddove il titolo per il rinvio risulti assente, versare la sanzione comminata per il tardivo versamento; se, invece, il titolo era presente ma non era stato correttamente rappresentato, valutare quale sia la strada più conveniente tra il versare la sanzione cui sopra o procedere alla presentazione di una dichiarazione integrativa IVA, a sua volta oggetto di sanzione.
Riferimenti normativi:
Avvisi bonari per versamenti IVA sospesi per emergenza Covid-19
di Sandra Pennacini | 26 Settembre 2023
In questi giorni numerosi contribuenti sono destinatari di controlli automatizzati inerenti alla dichiarazione modello IVA 2021. Oggetto di contestazione è il tardivo versamento dell’IVA periodica, laddove il contribuente abbia posticipato il pagamento di quanto dovuto rispetto alla scadenza originaria, in ragione dei numerosi decreti emergenziali che si sono succeduti nel corso dell’emergenza da Covid-19. Più nello specifico, tali avvisi pervengono nel caso in cui non sia stata data evidenza della motivazione che legittimava il posticipo del pagamento, tramite la corretta compilazione del rigo VA16 in sede di dichiarazione IVA 2021 anno di imposta 2020.
Premessa
La pandemia da Covid-19, oltre ad impattare in modo devastante sull’economia e, più in generale, sulla vita dei cittadini, passerà alla storia anche per l’approccio alquanto confuso adottato nel contrastare gli effetti economici dell’emergenza sanitaria, che rapidamente ha generato ad una vera e propria giungla normativa.
Le prime conseguenze di tale confusione iniziano ora a farsi sentire, a partire dagli avvisi bonari che in questi giorni sono stati recapitati ai contribuenti che non hanno versato nei termini l’imposta sul valore aggiunto.
Talora si è trattato di versamenti tardivi non giustificabili, più spesso di rinvii legittimamente adottati in forza di quanto disposto dai vari decreti emergenziali; in quest’ultimo caso, tuttavia, se non è stata correttamente compilata la dichiarazione IVA 2021, la motivazione che legittimava il rinvio non è nota all’Amministrazione finanziaria, facendo così scattare il controllo automatizzato per tardivo versamento.
Pandemia e versamenti IVA, il rigo VA16 del modello IVA 2021
Al fine di rappresentare le motivazioni che hanno legittimamente consentito ai contribuenti di posticipare il versamento dell’IVA nel corso dell’anno 2020, il modello IVA 2021 ha visto l’introduzione del rigo VA16, nel quale, mediante l’utilizzo di specifiche codifiche, era necessario dare evidenza dell’ammontare dell’IVA versata oltre i termini ordinari e della base giuridica che consentiva di differire il versamento.
Le disposizioni normative, come si è detto, sono state numerose, tanto che la “Tabella versamenti sospesi Covid-19” presente nelle Istruzioni di compilazione del modello IVA presenta una lunga enumerazione di codici, con i relativi estremi di norma, che in questa sede è superfluo richiamare.
Il punto da porre in evidenza è che, laddove il versamento sia stato rinviato in forza di norme emergenziali, nel rigo VA16 era necessario evidenziare la “motivazione”, richiamando appunto uno dei codici presenti nella già menzionata Tabella, e specificare l’ammontare dell’imposta oggetto di versamento posticipato.
Il rigo VA16 prevedeva numerosi campi, in ragione del fatto che a guidare la possibilità di “ritardare” il pagamento dell’IVA non è stata una sola disposizione normativa, bensì più norme, sulla base di determinato calo di fatturato/corrispettivi, o in ragione dell’esercizio di determinate attività, o ancora tenuto conto delle “aree” rossa, arancione o bianca, nel tempo introdotte per distinguere il grado di diffusione dei contagi, cui corrispondevano maggiori o minori restrizioni.
A complicare ulteriormente il quadro, per le diverse norme emergenziali sono stati previsti anche termini di ripresa dei versamenti differenziati:
Cosa fare se si è ricevuto l’avviso bonario
Alla ricezione dell’avviso bonario la prima cosa da verificare è, ovviamente, se il rigo VA16 sia stato correttamente compilato o meno.
Se non è stata fornita alcuna indicazione, nonostante il contribuente avesse titolo a rinviare il versamento, occorre effettuare una valutazione di opportunità: laddove la somma richiesta a titolo di sanzione sia di valore minimo, infatti, potrebbe essere più conveniente versare la sanzione stessa, piuttosto che presentare una dichiarazione integrativa IVA, sanzionata nella misura di 250 euro, liquidata direttamente dall’Ufficio e non ravvedibile, in quanto il contribuente, avendo ricevuto avviso bonario, non può più ricorrere al ravvedimento operoso (ma può sempre presentare dichiarazione integrativa).
Laddove, invece, la sanzione risulti di ammontare rilevante, la via da seguire è sicuramente quella della dichiarazione integrativa, da trasmettersi poi a mezzo CIVIS al fine di evidenziare la correttezza del comportamento tenuto quanto ai termini di versamento.
Al momento della stesura del presente contributo non abbiamo contezza della ricezione di avvisi bonari nella casistica qui illustrata nel caso in cui il rigo VA16 sia stato correttamente compilato; tuttavia, se ciò dovesse accadere, si potrebbe far valere le proprie ragioni a mezzo CIVIS.
Prima di procedere in tal senso, però, è bene verificare la legittimità della motivazione addotta; ad esempio, se è stato indicato il codice 8, che doveva essere utilizzato per indicare la sospensione dei termini di versamento IVA scadenti nel mese di maggio in forza delle disposizioni di cui all’art. 18, commi 1, 3 e 6, del D.L. n. 23/2020, la condizione da rispettarsi era quella della diminuzione del fatturato nel mese di aprile 2020 rispetto al mese di aprile 2019, diminuzione prevista in percentuali diverse a seconda dell’ammontare dei ricavi o compensi conseguiti nel 2019. Ebbene, in questo caso esemplificativo, occorre verificare se tale codice è stato utilizzato correttamente, ovvero se effettivamente le condizioni richieste erano rispettate.
In conclusione, al fine di gestire gli avvisi bonari relativi al tardivo versamento IVA in epoca pandemica, occorre:
Riferimenti normativi:
Sullo stesso argomento:Avviso bonarioDichiarazione IVA
Quali sono le prime conseguenze della confusione normativa legata alla pandemia da Covid-19?
Le prime conseguenze di tale confusione iniziano ora a farsi sentire, a partire dagli avvisi bonari che in questi giorni sono stati recapitati ai contribuenti che non hanno versato nei termini l’imposta sul valore aggiunto.
Perché sono stati recapitati avvisi bonari ai contribuenti?
Talora si è trattato di versamenti tardivi non giustificabili, più spesso di rinvii legittimamente adottati in forza di quanto disposto dai vari decreti emergenziali; in quest’ultimo caso, tuttavia, se non è stata correttamente compilata la dichiarazione IVA 2021, la motivazione che legittimava il rinvio non è nota all’Amministrazione finanziaria, facendo così scattare il controllo automatizzato per tardivo versamento.
A cosa serviva il rigo VA16 del modello IVA 2021?
Il rigo VA16 del modello IVA 2021 serviva a rappresentare le motivazioni che hanno legittimamente consentito ai contribuenti di posticipare il versamento dell’IVA nel corso dell’anno 2020, mediante l’utilizzo di specifiche codifiche.
Quali erano le informazioni richieste nel rigo VA16?
Il rigo VA16 prevedeva numerosi campi, in ragione del fatto che a guidare la possibilità di “ritardare” il pagamento dell’IVA non è stata una sola disposizione normativa, bensì più norme, sulla base di determinato calo di fatturato/corrispettivi, o in ragione dell’esercizio di determinate attività, o ancora tenuto conto delle “aree” rossa, arancione o bianca, nel tempo introdotte per distinguere il grado di diffusione dei contagi.
Cosa fare se si è ricevuto l’avviso bonario?
Alla ricezione dell’avviso bonario la prima cosa da verificare è, ovviamente, se il rigo VA16 sia stato correttamente compilato o meno. Se non è stata fornita alcuna indicazione, occorre effettuare una valutazione di opportunità per decidere se versare la sanzione stessa o presentare una dichiarazione integrativa IVA.