L’emergenza sanitaria è arrivata, in Italia, in un contesto economico già debole e fortemente provato dalla precedente crisi del 2008. Il rallentamento nelle forniture di materiale, la dilatazione dei tempi di consegna e, quindi, degli incassi dai clienti, le uscite di cassa per manodopera e le scadenze con banche ed Erario, ad oggi, costringono le imprese a confrontarsi una volta di più con la propria situazione finanziaria, per stimare la capacità di resistenza alle avversità. Il legislatore è intervenuto con provvedimenti emergenziali, volti soprattutto a garantire una rappresentazione dei bilanci, relativi all’esercizio 2020, meno negativa del dovuto. Interventi come la sospensione degli ammortamenti, la rivalutazione dei beni aziendali e la sterilizzazione della perdita d’esercizio hanno messo a disposizione delle aziende la possibilità di limitare i danni derivanti dall’annus horribilis. Gli strumenti menzionati meritano un’attenta valutazione in relazione all’impatto che direttamente hanno sugli altri aspetti della vita aziendale.
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