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PROFESSIONISTI

Commercialisti, le proposte di modifica dell'ordinamento professionale

27 Giugno 2018
Commercialisti, le proposte di modifica dell'ordinamento professionale

Le Associazioni dei commercialisti  - tra cui AIDC, ANC, UNGDCEC, UNAGRACO - hanno presentato al Consiglio Nazionale alcune proposte di modifica del D.Lgs. 28 giugno 2005, n. 139, sull'ordinamento della professione, in discussione nell'assemblea dei presidenti degli Ordini prevista il prossimo 4 luglio.  

La professione del commercialista, le specializzazioni, la rotazione degli incarichi, il contenimento dei costi, l'efficienza e la trasparenza, la partecipazione delle Casse di Previdenza ed Associazioni nella formulazione di pareri su leggi inerenti la professione: queste alcune dei temi presentati dall’Associazione italiana dottori commercialisti al Consiglio Nazionale in ordine alla riforma dell’ordinamento professionale. Tra le proposte dell'AIDC, l'attribuzione ai dottori commercialisti della funzione di incaricato di pubblico servizio e la previsione di regole rigorose per le specializzazioni: accesso solo per chi è in possesso di laurea specialistica o a ciclo unico ed avendo sostenuto l’esame di Stato; formazione teorico-pratica, con esame di accesso finale.

Sul ruolo del commercialista si è pronunciata anche l'Associazione nazionale commercialisti, che propone di inserire nel decreto sull'ordinamento della professione una definizione della figura del commercialista e di quello che rappresenta nell’ambito sociale, anziché partire dall’oggetto della professione. Altre osservazioni riguardano le Scuole di Alta Formazione, che dovrebbero essere previste a titolo gratuito per tutti i commercialisti interessati a frequentarle, nonchè le aree di specializzazione, da individuare al di fuori delle competenze già previste dalla normativa.

Alla tutela della professione l’Unione Giovani propone di dedicare una norma specifica, introducendo il principio di “certificazione di regolarità” (Ce.Rego) che, emanata dall’Ordine locale di competenza, evidenzi che "la qualità e le 'garanzie' delle prestazioni erogate da un iscritto all’albo non sono assimilabili a quelle svolte da un soggetto non iscritto". 

Si sottolinea infine la necessità che la riforma dell'ordinamento sia attuata nell'ambito di "un confronto legittimo e democratico" tra il Consiglio Nazionale, i Presidenti degli Ordini e gli Iscritti, "prevedendo quindi - commenta UNAGRACO - un tempo più ampio e giusto per permettere di dibattere e confrontare le tesi e le ipotesi di modifica già avanzate, proporne altre dettate dell'esigenza di Professionisti che vivono l'Ordinamento, il Codice etico, il Codice Deontologico come una giusta espressione di regole e garanzia".